Precedenti illustri

Comunque vada Saccomanni pronto a restare

"Renzi o Letta il lavoro va finito". Nel caso cambiasse la guida del governo, vi sarebbe una sola certezza, Saccomanni, il nostro prestigioso ministro dell’Economia, sarebbe pronto a restare. "Vediamo cosa succede", ha detto, ricordando di aver dato in passato disponibilità a partecipare al governo quando glielo hanno chiesto, per cui basta che qualcuno glielo chieda e Saccomanni è disposto a sacrificarsi e concludere il lavoro. Che poi il governo persegua gli stessi obiettivi economici o ne stabilisca di altri, farà lo stesso, abbiamo già visto, come nel caso delle detrazioni per gli insegnanti, e il ministro dell’Economia che si schiaffa sugli attenti alle disposizioni altrui. Ovviamente sappiamo benissimo che quella fu solo una manfrina dell’astuto ministro per far sapere del suo dissenso dalle decisioni dal governo e questo lo rende perfetto per ricoprire l’incarico in un altro esecutivo: non condivideva la politica del predecessore, ma l’eseguiva rispettosamente. Questo si chiede ad un ministro dell’Economia, mica dell’autonoma iniziativa. Ogni volta che infatti il ministro Saccomanni ha lanciato delle proposte sue, il governo si è ben guardate dal prenderle, ergo Saccomanni, va ancora messo alla prova. Egli ci ricorda, se vogliamo proprio trovare un precedente illustre, Charles Alexandre Calonne, protetto del duca di Artois che subentrò al Necker come ministro delle Finanze di Luigi XVI, il Capeto. Calonne, strenuo difensore dello status quo e dei privilegi della corte, accusò l’austerity pretesa dal Necker come responsabile dell’aggravamento delle condizioni finanziarie della Francia ed iniziò un keynesismo ante litteram, di spese in deficit, guardandosi bene dall’aumentare le tasse per non turbare il clero e l’aristocrazia. In meno di due anni fu il disastro, Calonne allora cambiò registro e si presentò al re con un programma lagrime e sangue. Tutte le parti in commedia, pur di restare a galla. Solo che il giovane Capeto si convinse che se proprio bisognava accettare la politica di rigore tanto valeva richiamare Il Necker che era pure più simpatico alla borghesia francese, l’uomo si era fatto da se. Non che Saccomanni ricordi poi così tanto Calonne e in nulla il Necker, gli piacerebbe. Invece la sua avventura lascia presagire quello che successe ad entrambi e ancora peggio al Capeto, nonostante i vani sforzi intrapresi.